Poat Gioventù: a Bari il Focus Group e ricerche sullo Youth Work

01 Marzo 2016

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Focus Group a Bari dedicato all’indagine sullo stato dell’arte e le prospettive del PAC “Giovani no profit per lo sviluppo del Mezzogiorno”.
Obiettivo dell'incontro è stimolare le riflessioni dei partecipanti attorno a tue temi:

  • la rete tra soggetti pubblici e privati per lo sviluppo di nuove attività e la sostenibilità futura dei progetti
  • il ruolo degli animatori socio educativi nei progetti: attività e fabbisogni formativi.

il POAT Gioventù è il programma per contribuire al rafforzamento della governance e delle capacità istituzionali, per lo sviluppo di azioni di valorizzazione nell’ambito delle politiche giovanili delle Regioni Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia,
Sicilia), su cinque tematiche:
1) impresa e partecipazione
2) opportunità formazione e lavoro
3) mobilità giovanile e programmi europei collegati
4) promozione e sostegno alla creazione di spazi per i giovani (youth work)
5) coinvolgimento dei giovani nel Privato sociale.

Lo "Youth Work" (in italiano "animazione socio educativa") sta guadagnando sempre più importanza anche nell'Agenda politica europea: si stimano in oltre 1,7 i milioni di giovani "youth workers" nel nostro continente. Pur con una grande diversità delle esperienze, vi sono alcuni elementi comuni a partire dalle finalità, che sono quelle di contribuire, in maniera significativa, allo sviluppo personale, all'autonomia e al senso d'iniziativa dei giovani favorendone, allo stesso tempo, una partecipazione più attiva alla società.
Nello youth work, quindi, sono i giovani a scegliere di partecipare alle attività - che devono svolgersi, ovviamente, vicino a questi ragazzi. Perché poi un percorso di youth work abbia successo è necessario che giovani ed educatori, nella gran parte dei casi volontari, si considerino partner alla pari in un processo di apprendimento reciproco.
Inoltre, le attività - sociali, culturali, educative, politiche o sportive che siano - devono essere realizzate da, con e per i giovani aiutandoli, anche attraverso momenti formativi, a sfruttare appieno tutte le loro potenzialità e consentire ai ragazzi - che altrimenti sarebbero esclusi da forme di assistenza - l'accesso ai servizi di cui hanno bisogno.
Le principale sfida di oggi per i vari soggetti coinvolti, è tuttavia quella di bilanciare la crescente domanda di youth work e le aspettative dei giovani che intendono partecipare a tali esperienze e, allo stesso tempo, adattarsi alle mutevoli esigenze dei giovani nonché ai nuovi contesti sociali in cui queste emergono. Si pensi, in particolare, alla necessità per le organizzazioni, di dover trovare un sempre più difficile equilibrio tra il rispetto delle priorità politiche dei meccanismi di finanziamento con la tendenza dello youth work ad essere sempre più targetizzato ed indirizzato verso questioni ed interventi specifici.
In questa prospettiva, quindi, possiamo oggi certamente dire che, anche sulla base dei dati raccolti relativi alle esperienze di successo, le "best practices" di youth work sono sicuramente quelle che consentono, nello stesso momento, ai giovani di sviluppare il loro capitale umano, rafforzare quello sociale, far cambiare eventuali comportamenti a rischio e permettere di costruire relazioni positive.
Inoltre, a prescindere dai risultati per le singole persone impegnate in uno youth work, si possono riconoscere a questi percorsi alcune, altrettanto importanti, ricadute per le comunità in cui tal attività si svolgono e per le quali queste dovrebbero rappresentare una componente importante del tessuto sociale dal momento che offrono uno spazio concreto di contatto, scambio, condivisione tra i giovani, ma anche tra le generazioni.
In conclusione, quindi, anche se lo "youth work" ha oggi un maggior riconoscimento e visibilità rispetto al passato, c'è ancora molto da fare. In particolare vi è la necessità di riconoscere maggiormente il valore ed il contributo di queste esperienze per le vite dei giovani che vi sono coinvolti e delle comunità a cui questi appartengono. Chi è chiamato ad organizzare e gestire tali iniziative deve, inoltre, porrsi sempre più il problema di come coinvolgere, in futuro, quei giovani che trovano oggi maggiori difficoltà a vivere esperienze di youth work - quali quelli che vivono, ad esempio, nelle zone rurali o provengono da un contesto migratorio o in ogni caso di svantaggio sociale.

Il rapporto Working with young people: the value of youth work in the European Union della Commissione Europea offre una panoramica comparata dei quadri di riferimento di queste esperienze ed è subito evidente come il termine "youth work" sia usato per descrivere una vasta gamma di attività, tematiche e misure nonchè una serie articolata di attori in campo ed impostazioni progettuali. Sullo stesso tema, la UE ha pubblicato altri due Documenti interessanti e cioè:

Lo "youth work" in Europa: un'analisi di "buone pratiche" Lo "youth work" in Europa: il quadro di riferimento nazionale

Fonte: POAT Gioventù